Sabato 7 febbraio - in Rocca la presentazione del libro Il Medico dei bambini di Ada Donadio

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Nella società intorno a noi ci sono persone che hanno fatto la storia in diversi settori, dallo difesa dei diritti umani fino allo sport, delle quali non bisogna mai smettere di parlare. Ma ci sono anche piccoli eroi silenziosi e lontani dalla ribalta, impegnati a lottare contro malattie immensamente più grandi di loro. Di loro si occupa e con loro lotta ogni giorno Ada Donadio, pediatra parmigiana che racconta in questo libro il cammino di angoscia, speranza, sofferenza e gioia compiuto insieme ai piccoli guerrieri e alle loro famiglie. La sua speciale sensibilità e la sua capacità di stabilire una profonda empatia con i suoi piccoli pazienti sono oggi un dono che l'autrice regala loro, nonostante sia il frutto amaro di un’infanzia vissuta da bambina ferita, in una famiglia fortemente problematica. Con il tempo e l’aiuto del marito e dei figli, che le hanno dato la forza di riaprire dolorose ferite e pesantissimi cassetti del passato, Ada ha trasformato il dolore in energia, comprensione e ottimismo per sé e per gli altri. 
Ada Donadio invita tutti coloro che la vita ha sferzato e piegato, afflitto e tormentato a non arrendersi mai e a cercare un raggio di sole anche nel tunnel più oscuro e interminabile, perché sognare e costruire per sé e per gli altri un futuro migliore è un dovere e una sfida piena di sorprese.


L’AUTRICE 
ADA DONADIO è nata a Fornovo di Taro (PR) il 4.2.1959. 
Ha compiuto gli studi classici e si è laureata in medicina e chirurgia a Parma con specializzazione in pediatria (Parma) e genetica medica (Ferrara). E' sposata e ha 2 figli.
Dal 1986 al 1991 ha frequentato la clinica pediatrica dell'università di Parma e dal 1992 al 2002 ha lavorato come dirigente medico presso il reparto di pediatria e neonatologia dell'arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
Dal 2004 lavora come pediatra di libera scelta a Sala Baganza (PR).
Dal 1985 al 2001 ha scritto più di 100 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali e atti di congressi regionali e nazionali.
Da alcuni anni compone poesie ispirate prevalentemente al mondo dell'infanzia, alla natura e a temi esistenziali. “I bambini non amati. Poesie e filastrocche per raccontare una storia a lieto fine” ed. Albatros 2012, è la sua prima pubblicazione letteraria

Sabato 31 gennaio, in Rocca la presentazione di "Passati Intrecci", il giallo di esordio di Matteo Billi

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Si snoda tra l’Emilia, il Trentino e il Veneto “Passati intrecci” (Phasar Edizioni, Firenze), il romanzo d’esordio di Matteo Billi, 42 anni, giornalista professionista, parmense di nascita e piacentino d’adozione. Un giallo in due tempi che racconta in prima persona una doppia indagine di Luca Valenti, maggiore in congedo del Nucleo tutela patrimonio artistico dell’Arma dei carabinieri, tanto abile nell’arte investigativa quanto incapace di sciogliere i nodi della sua vita privata. Nonostante abbia lasciato il servizio attivo, la sua consulenza viene richiesta dagli ex colleghi per districare i passati intrecci che fanno da movente a misteriosi crimini consumati tra chiese e rievocazioni storiche. Nel dipanare la trama di furti ed incendi dolosi apparentemente senza collegamenti tra loro, la realtà impone a Valenti di ripartire da dove era fuggito e di fare i conti, in parallelo, con i passati intrecci della sua esistenza.
In filigrana, l’amore dell’autore per la sua terra d’origine e per la montagna – in particolare la Val di Fiemme che frequenta e conosce da quasi trent’anni –, ma pure l’interesse per la storia e la vocazione per il giornalismo, che traspare in alcuni dei personaggi co-protagonisti, dall’amico fraterno di Valenti, Alessio Gatti, alla giovane reporter televisiva Federica Corradini.
«Da cultore del genere – spiega Matteo Billi – ho voluto cimentarmi in una storia che dentro la finzione narrativa mescola fatti di cronaca, ad esempio l’incendio della pieve dell’Assunta di Cavalese, luoghi e incontri significativi della mia vita, professionale e non.  Tra le pieghe di molti dei personaggi con cui Luca Valenti interagisce si nascondono caratteristiche, atteggiamenti, nomi di persone reali, che per me sono state, o tuttora sono, importanti punti di riferimento».
In “Passati intrecci” il realismo delle descrizioni geografiche accompagna il lettore alla scoperta di Parma e provincia, Castello di Fiemme e Cavalese, Bassano del Grappa, Treviso, Ferrara e Comacchio, con puntate a Possagno e sui colli romani, in una sorta di visita guidata virtuale in cui oltre a quartieri, edifici storici, paesaggi naturali, si esplorano le specialità enogastronomiche di cui è straordinariamente ricca la nostra Italia.
La città ducale, tra il Lungoparma e le vie strette del centro storico. La “prima” al Regio e il ricordo delle imprese ciclistiche di Casalini. Il panorama dell’Appennino dal passo di Badignana al Monte Brusa. Collecchio e Sala Baganza. Sono tanti i rimandi al territorio parmense, che non fa solo da sfondo, ma diventa un personaggio di primo piano del romanzo.
La musica, altra grande passione dell’autore, fa da colonna sonora discreta al racconto: citazioni di cantautori italiani (in primis Edoardo Bennato e Lucio Dalla) e di artisti internazionali (Bruce Springsteen, Carlos Santana, Joe Cocker, U2, per citarne alcuni), senza rinunciare a sconfinamenti nella lirica (da buon parmense, non può mancare Giuseppe Verdi), illuminano i flash back del passato del protagonista e ne declinano la variabile di sentimenti - rabbia, delusione, paura, speranza – che segna, passo dopo passo, la sua indagine più difficile: la ricerca dell’amore e della realizzazione piena di sé.