Sabato 31 gennaio, in Rocca la presentazione di "Passati Intrecci", il giallo di esordio di Matteo Billi

Si snoda tra l’Emilia, il Trentino e il Veneto “Passati intrecci” (Phasar Edizioni, Firenze), il romanzo d’esordio di Matteo Billi, 42 anni, giornalista professionista, parmense di nascita e piacentino d’adozione. Un giallo in due tempi che racconta in prima persona una doppia indagine di Luca Valenti, maggiore in congedo del Nucleo tutela patrimonio artistico dell’Arma dei carabinieri, tanto abile nell’arte investigativa quanto incapace di sciogliere i nodi della sua vita privata. Nonostante abbia lasciato il servizio attivo, la sua consulenza viene richiesta dagli ex colleghi per districare i passati intrecci che fanno da movente a misteriosi crimini consumati tra chiese e rievocazioni storiche. Nel dipanare la trama di furti ed incendi dolosi apparentemente senza collegamenti tra loro, la realtà impone a Valenti di ripartire da dove era fuggito e di fare i conti, in parallelo, con i passati intrecci della sua esistenza.
In filigrana, l’amore dell’autore per la sua terra d’origine e per la montagna – in particolare la Val di Fiemme che frequenta e conosce da quasi trent’anni –, ma pure l’interesse per la storia e la vocazione per il giornalismo, che traspare in alcuni dei personaggi co-protagonisti, dall’amico fraterno di Valenti, Alessio Gatti, alla giovane reporter televisiva Federica Corradini.
«Da cultore del genere – spiega Matteo Billi – ho voluto cimentarmi in una storia che dentro la finzione narrativa mescola fatti di cronaca, ad esempio l’incendio della pieve dell’Assunta di Cavalese, luoghi e incontri significativi della mia vita, professionale e non.  Tra le pieghe di molti dei personaggi con cui Luca Valenti interagisce si nascondono caratteristiche, atteggiamenti, nomi di persone reali, che per me sono state, o tuttora sono, importanti punti di riferimento».
In “Passati intrecci” il realismo delle descrizioni geografiche accompagna il lettore alla scoperta di Parma e provincia, Castello di Fiemme e Cavalese, Bassano del Grappa, Treviso, Ferrara e Comacchio, con puntate a Possagno e sui colli romani, in una sorta di visita guidata virtuale in cui oltre a quartieri, edifici storici, paesaggi naturali, si esplorano le specialità enogastronomiche di cui è straordinariamente ricca la nostra Italia.
La città ducale, tra il Lungoparma e le vie strette del centro storico. La “prima” al Regio e il ricordo delle imprese ciclistiche di Casalini. Il panorama dell’Appennino dal passo di Badignana al Monte Brusa. Collecchio e Sala Baganza. Sono tanti i rimandi al territorio parmense, che non fa solo da sfondo, ma diventa un personaggio di primo piano del romanzo.
La musica, altra grande passione dell’autore, fa da colonna sonora discreta al racconto: citazioni di cantautori italiani (in primis Edoardo Bennato e Lucio Dalla) e di artisti internazionali (Bruce Springsteen, Carlos Santana, Joe Cocker, U2, per citarne alcuni), senza rinunciare a sconfinamenti nella lirica (da buon parmense, non può mancare Giuseppe Verdi), illuminano i flash back del passato del protagonista e ne declinano la variabile di sentimenti - rabbia, delusione, paura, speranza – che segna, passo dopo passo, la sua indagine più difficile: la ricerca dell’amore e della realizzazione piena di sé.


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